Ho ricevuto con impegno il compito di scrivere sulla gastronomia italiana, i miei piatti tipici preferiti italiani. In tempi di coronavirus non c’è niente di meglio che il cibo: mangiarlo, farlo e parlare di questo piacere.

La pasta italiana tra i suoi diversi tipi, lunga o corta, è versatile, ci permette di creare delle nuove ricette diverse. È veramente difficile scegliere un unico piatto italiano preferito. Sono innamorata delle pizze, di sicuro queste fanno parte dei miei piatti italiani preferiti. Nonostante, ciò, ho scelto una pizza diversa, dolce, di cui vorrei scrivere, chiamata pinza veneta. No, non è sbagliato! È giusto così e si chiama pinza, variante dialettale di pizza, che ha conquistato il mio palato!

La pinza veneziana è un dolce rustico, di origine contadina, presente nella cultura italiana dal Medioevo, considerato un prodotto agroalimentare tradizionale veneto riconosciuto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali d’Italia. 

Per quanto riguarda le caratteristiche di questo dolce è necessario conoscere un po’ di storia della Regione Veneto. La sua fortunata posizione geografica ha permesso di dominare la costa del Mare Adriatico e il suo capoluogo, Venezia, ha ricevuto un gran flusso commerciale collegato alle diverse influenze straniere dedite ai trasporti marittimi e alle altre attività mercantili connesse. Da qui nacquero nel periodo medioevale le prime cucine regionali italiane, tra cui si distinse quella veneziana (secondo alcuni così esotica come la città).

Io ho conosciuto la pinza a Venezia a gennaio 2020, dove l’ho mangiata perché sono stata affascinata dall’immagine rustica della torta nella vetrina di una pasticceria. Servita a pezzi, ho letto gli ingredienti con cui è prodotta: “pane, latte, fichi secchi, uvetta, farina di grano tenero “0”, mele, semi di finocchio, zucchero, sale, aromi naturali”. La commessa mi ha detto che ci sono altre versioni della torta e che quella che io volevo mangiare era preparata come una fatta in casa: viene utilizzato il pane vecchio al posto della farina di grano tenero oppure farina di granoturco, lasciato ammorbidire nel latte.

In questo momento il lettore può domandarsi l’importanza di questa ricetta. Siamo alla fine della Quaresima e la pinza veniva consumata soprattutto durante l’Epifania o quando si avvicinava la Pasqua. La versione casalinga della pinza viene prodotta con il pane vecchio risultando così un dolce semplice, delizioso, profumato e rassicurante. È opportuno prepararla considerando il momento di trasformazione, mi raccomando!

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