Parte 1

La lingua italiana distingue due generi grammaticali: il maschile e il femminile. Nel caso in cui parliamo di essere animati (persone e animali) normalmente, il genere coincide con il sesso. Nel caso di oggetti inanimati, il genere non ha nessun legame con le caratteristiche fisiche dell’oggetto, quindi diciamo che il genere è dovuto a una convenzione linguistica.

La regola generale vuole che un nome maschile che termina in –o, forma il femminile in –a. Però, come ogni lingua romanza, anche l’italiano ha molte eccezioni. Cercheremo di vederne alcune.

Regola generale: maschile in – o > femminile in -a

il ragazzo > la ragazza

il cuoco > la cuoca

il bambino > la bambina

il gatto > la gatta

Alcuni nomi maschili che terminano in –e sono invariabili al femminile 

il nipote > la nipote

l’insegnante > l’insegnante

Altri nomi maschili che terminano in –e > al femminile terminano in –a

il signore > la signora

l’infermiera > l’infermiera

Altri ancora che terminano in –e al maschile > al femminile terminano in –a

il leone > la leonessa

il principe > la principessa

il professore > la professoressa

lo studente > la studentessa

Nomi maschili in –tore > femminile in –trice

l’attore > l’attrice

il lettore > la lettrice

il traduttore > la traduttrice

il lavoratore > la lavoratrice

Insomma, c’è sempre un’eccezione alla regola!

Deixe um comentário

O seu endereço de e-mail não será publicado. Campos obrigatórios são marcados com *