Fare La Mamma A Tempo Pieno In Italia

Mamma A Tempo Pieno

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“Una brava mamma è una mamma che cresce insieme ai figli”

Abbiamo parlato con Chiara Schibotto che ha deciso di fare la mamma a tempo pieno. Ha quattro bimbi di diverse età, quindi chi meglio di lei per raccontarci che cosa vuol dire fare la mamma in Italia?

Angélica M. Velazco J.

Intervista a uma mamma a tempo pieno

Ciao Chiara! Raccontaci chi sei, cosa fai, quanti bimbi hai, insomma, raccontaci un po’ di te.

Ciao a tutti, sono Chiara Schibotto, ho 31 anni e ho quattro figli: ho due ragazzine di 12 anni, una bimba di quasi 8 anni e un bimbo di 14 mesi.

Sono sposata, vivo in provincia di Padova, a Monselice, un piccolo paesino medievale molto bello e sono mamma a tempo pieno.

Sei mamma a tempo pieno, quindi raccontaci com’è una tua giornata tipo con i bimbi, quando normalmente vanno a scuola.

Una giornata tipo inizia molto presto alla mattina per una famiglia così numerosa. Quindi ci svegliamo intorno alle 6-6:30 del mattino. La prima che si prepara sono io perché così poi do spazio alle grandi di potersi preparare, facciamo colazione normale e poi, intorno alle 7:30 o il papà o la nonna le portano a scuola.

Alle 7:45 siamo io e il piccolo a casa da soli e quindi inizia una mattinata molto impegnativa perché bisogna rispettare degli impegni che ci sono in una casa, come le pulizie, preparare il pranzo… tutti quanti arrivano a casa per pranzo.

Nel frattempo pulisco, riorganizzo e gioco con il piccolino e, se riesco, preparo la cena così mi anticipo con il lavoro e ne approfitto per recuperare un pochino di tempo che mi servirà dopo.

Se il tempo è bello, quindi non piove o non fa freddo, con il piccolino prendiamo il passeggino e andiamo a prendere le sorelle [a scuola] a piedi. Facciamo una bella passeggiata e poi torniamo a casa per pranzo.

La giornata è scandita dagli impegni della scuola perché dopo pranzo si sistema la cucina, che è il cuore della casa, dove dopo si studia.

Solitamente il piccolino fa il riposino e loro [le bambine] possono avere un aiuto da me, se serve, per svolgere i compiti; oppure nel frattempo riesco a stendere una lavatrice o a stirare. 

L’orario più bello della giornata è la merenda perché le ragazze si mettono a chiacchierare, si parla un pochino di più, mangiano delle cose buone, si può ascoltare anche la musica e giocare un po’.

Insomma è un momento per rilassarsi e se ci sono dei compiti da terminare, si studia fino all’ora di cena, altrimenti si fanno una bella doccia così si può cenare presto.

Durante l’orario scolastico ceniamo molto presto, intorno alle 18:30. Poi controlliamo gli zaini [della scuola] per verificare che ci sia tutto quello che serve per il giorno dopo.

Prepariamo già anche i vestiti per il giorno dopo e poi si va a letto. Se le più grandi non hanno sonno, leggono un articolo, un libro o ripassano per l’interrogazione del giorno dopo.

E secondo te, che hai dei figli con età scolastiche diverse, quali sono le principali caratteristiche di una brava mamma per gestire bene tutte queste situazioni?

Io penso che “brava” è una parolona, nel senso che bisogna saper ascoltare i propri figli e i bisogni che hanno.

Quindi, una brava mamma è una mamma che cresce insieme ai figli. Perché a mano a mano che crescono hanno delle esigenze.

Quando sono piccolini dipendono unicamente da te e quindi ti senti proprio in simbiosi con loro, è un bellissimo legame. Anche quando diventano più grandi hanno bisogno lo stesso di te. Quindi, devi saper ascoltare e fermarti nel caso in cui ci sia bisogno.

Magari pensi “adesso non posso”, ma devi trovare il modo per dire, ad esempio, “smetto di fare la lavatrice e adesso ti ascolto”, perché sono quelli i momenti in cui tieni stretto il legame con i tuoi figli e non li allontani.

È molto facile nella società in cui viviamo che si allontanino perché è una generazione molto differente da quella in cui sono cresciuta io, loro [le bambine] sono già grandi, a 11- 12 anni sono già progettate su altre visioni. Bisogna stare molto attenti, stare vicino e fargli sapere che tu ci sei e che si possono fidare di te. Puoi essere una brava mamma e una brava amica ed è molto importante questo.

Qual è la parte più facile dell’essere mamma in Italia?

La prima cosa che mi viene in mente è il sostegno che danno alle madri, soprattutto alle madri sole o alle madri giovani.

Nella mia esperienza, io sono diventata mamma per la prima volta a 19 anni. È un’età molto particolare perché sei ancora una bambina, e durante il percorso della gravidanza mi sono state mostrate molte opzioni di cui non avevo idea; si tratta di un sostegno emotivo, psicologico, e anche un sostegno economico. Mi hanno dato la possibilità di partecipare a diversi gruppi di mamme, dove c’erano mamme in dolce attesa o mamme con il bebè e quindi hai modo di confrontarti. E non ti senti da sola perché ci sono altre mamme che vivono come te, quella situazione.

È anche un sostegno economico perché puoi compilare dei moduli, li porti nel comune del tuo paese e puoi avere un sussidio che è molto importante perché hai un sostentamento economico. In questo modo sei motivata a portare avanti la gravidanza, anche se è un aiuto minimo.

Devo dire che per me il Consultorio è stato molto utile perché mi hanno veramente seguita tanto anche durante l’allattamento e questo è molto importante perché sull’allattamento pochissime mamme sono realmente preparate.

Poi, quando il bambino arriva, tutto quello che hai letto nei libri non è quello che ti succede nella realtà, ogni bimbo è diverso e ogni mamma è diversa.

Però c’è veramente una grandissima rete di sostegno. Basta solo trovare le giuste persone. Ci sono veramente tantissime persone qua in Italia che svolgono questa attività con molta dedizione e ti aiutano veramente tanto. 

Qual è il primo passo che dovrebbe fare una mamma per trovare questo appoggio? Dove deve andare per trovare queste persone, in Comune?

In comune, sì ma prima in Consultorio. Per una mamma che ha un bambino piccolo o è in dolce attesa, il Consultorio è il primo posto dove consiglierei di andare.

Però sicuramente il comune viene subito dopo perché è uno di quei posti dove ti danno le indicazioni necessarie per compilare i moduli richiesti. Non è  facile perché ci sono molti fascicoli da compilare, fotocopie, documenti, ma dopo che hai fatto tutto questo processo, ne vale la pena.

Che cosa sarebbe il Consultorio?

È un centro medico pubblico in cui tutte le persone di tutte le età possono accedere e in base all’età che hai, esiste un servizio adatto a te. Ci sono vari tipo di consulenze, infatti da lì il nome “consultorio” – “consulenza” e costa poco. Non è come andare direttamente da un professionista però sono tutti dottori specializzati che fanno questo tipo di servizio per il comune in cui vivi.

Invece quale sarebbe la parte più difficile di essere mamma in Italia?

Sicuramente l’aspetto lavorativo. Per quanto riguarda la mia esperienza, io ho iniziato a lavorare quando le bambine, le gemelline, avevano 1 anno e andavano all’asilo nido. Però con i turni di lavoro non riuscivo a coprire proprio tutta la mia assenza ed è stato un momento un po’ particolare.

Con lo stipendio che ricevevo non riuscivo a pagare una babysitter e quindi ho dovuto fare una scelta: sono rimasta a casa, dedicandomi a essere mamma a tempo pieno. E, successivamente, ho rifatto la stessa scelta.

La prima domanda che ti viene fatta è “quanti figli hai”. Se sanno che hai un figlio, mettono le mani avanti perché, si sa,  il bambino può avere un imprevisto in qualsiasi momento.

Sono tantissimi gli aspetti che devi tenere in considerazione e se in famiglia ci sono due genitori lavoratori, devi tener conto da che parte pende di più la bilancia, quindi devi fare una scelta, lo stipendio più alto sarà quello avrà la priorità.

A meno che tu non abbia un reale aiuto come, per esempio, i nonni. In tantissime famiglie italiane i nonni svolgono una grandissima parte nella nostra quotidianità.

Ovviamente, ci sono anche delle eccezioni. Ci sono dei datori di lavoro molto comprensivi e ci sono tipi di mamme che hanno proprio una necessità fisiologica di lavorare.

Penso che sia una scelta: io ho scelto di stare a casa con i miei figli, di stargli vicino piuttosto che affidarli ad una persona esterna. Preferisco esserci io come riferimento. E poi sono sicura che quando [i bimbi] diventeranno più grandi, io, essendo ancora giovane, riuscirò a realizzarmi anche nel campo lavorativo.

Mi parlavi degli imprevisti che possono succedere, in questo senso, parlando della salute e la sicurezza dei bimbi, quali sarebbero gli aspetti più importanti al momento di tutelare la loro salute?

Io penso che tutto parta da casa. Io ci tengo ovviamente all’igiene, sia dell’ambiente domestico che della persona.

Adesso con le femminucce sto cercando di fargli capire che stanno diventando grandi e che devono avere delle accortezze in più per il loro corpo.

Poi ci sono delle cose che personalmente faccio: do vitamine, spremute naturali, frutta e verdura… Perché nei mesi primaverili-estivi è sempre diversa la situazione e quando arriva il freddo cambia tutto; anche lì quando si ammalano cerco di proteggerli nel modo migliore. 

Cerchi d’imparare anche in base alle esigenze dei tuoi figli perché nessuno è uguale all’altro. 

E dove vai quando uno dei bimbi sta male?

Quando stanno male, di solito qua in Italia abbiamo il pediatra di riferimento. Può essere di due tipi: tu puoi scegliere di avere un pediatra privato, quindi a pagamento ogni volta che hai bisogno, oppure un pediatra del Servizio Sanitario Nazionale. 

Io ho sempre avuto un pediatra del Servizio Sanitario Nazionale, però ho sempre avuto anche un pediatra privato.

Perché? Perché il pediatra privato, essendo che lo paghi, puoi chiamarlo a qualsiasi ora e in qualsiasi occasione, ad esempio se c’è una festività o il sabato o la domenica ovvero quando il pediatra normale non c’è. Viene a casa tua, ti visita i bambini e ti dà delle medicine di cui hai bisogno. In questa maniera hai una copertura a 360°.

Con il Servizio Sanitario Nazionale, se è svolto in maniera corretta, se il pediatra conosce i suoi piccoli pazienti, funziona bene. C’è un orario settimanale in cui tu puoi chiamare il pediatra e spieghi il problema che il bambino ha e poi decidi insieme al dottore se è il caso di prendere un appuntamento per visitarlo, oppure semplicemente ti dà una cura da fare direttamente a casa. Se è una cosa più importante vai direttamente al pronto soccorso del tuo paese.

A livello di educazione, come fai per garantire una corretta educazione ai bimbi, come si fa per trovare un’ottima scuola in Italia?

La prima cosa che mi viene da dire è che l’educazione perfetta non esiste, nel senso che uno fa ricerche, per anni e anni ci mettiamo a leggere manuali, fascicoli su come poter educare un figlio perfetto, però non è così.

Per la mia esperienza, io e mio marito ci basiamo moltissimo sull’educazione che abbiamo ricevuto noi, può funzionare come no perché ovviamente non puoi pretendere di rivivere quello che tu hai vissuto.

Allora prendi una parte dalla famiglia del marito, una parte dalla tua famiglia e cerchi di miscelare un po’ tutto per trovare quello che va bene per la famiglia che vi state creando.

È un continuo evolversi perché magari quella regola che avevi fissato è perfetta però i bambini crescono, cambiano e anche loro ovviamente si fanno sentire; più diventano grandini e più ti spiegano anche le loro emozioni.

Insieme si può cercare di far rispettare le regole partendo da quelle domestiche, nel senso che dentro la propria casa ci sono delle regole: quando si mangia, quando si può stare davanti alla TV; insomma delle regole che devono essere semplici ma funzionare sempre.

Poi è importante insegnare ai figli a rispettare non solo le figure genitoriali e i fratelli ma anche la comunità perché loro vanno a scuola, hanno dei compagni, dei professori, dei maestri o, per esempio, quando vai al parco si devono rispettare determinate regole. Si inizia da quello quando sono piccoli.

L’educazione parte da queste basi qua, dalle mure di casa.

La prima cosa che fai quando devi mandarli a scuola è parlare con chi magari ha figli più grandi, chiedi consiglio in base ai maestri di quella struttura. È tutto un passaparola.

Oppure, può capitare che quando conosci i professori hai modo di capire se secondo te potrebbe essere vantaggioso quell’ambiente e quelle persone per la crescita scolastica dei tuoi bambini.

Quando parli di struttura, intendi una struttura pubblica? C’è qualche differenza tra il pubblico e privato a livello di qualità?

Assolutamente sì, perché la struttura pubblica ha comunque dei limiti, che sono dei limiti economici.

Le strutture pubbliche vanno alimentate continuamente da noi genitori perché abbiamo un fondo classe e c’è un rappresentante di classe, che è una figura genitoriale che si prende l’impegno per tutto l’anno di svolgere le mansioni per tutta la classe.

I genitori devono alimentare il portafoglio della classe per tutto quello di cui hanno bisogno i bambini durante l’anno. Le strutture pubbliche vanno avanti così.

Invece, per quanto riguarda le strutture private, tu paghi mensilmente o annualmente ed è abbastanza caro. Ovviamente hai tutto un altro trattamento. È una questione un po’ personale. Magari nella scuola pubblica insegnano una lingua straniera una volta alla settimana, mentre nella scuola privata hai direttamente l’insegnante madrelingua che ti insegna tutti i giorni e può essere vantaggioso.

Però per la mia esperienza, io sono sempre andata in una scuola pubblica, i miei figli vanno in scuole pubbliche e mi trovo molto molto bene.

A scuola ti sei mai confrontata con delle mamme straniere che magari ti chiedono qualche consiglio? 

Adesso con l’integrazione che c’è, è ovvio che ci siano dei compagni stranieri. Abbiamo avuto delle bellissime esperienze con dei compagni indiani, pakistani e l’ultima amicona del cuore delle mie figlie era una bambina sudamericana, quindi con la sua famiglia abbiamo avuto delle belle esperienze, anche per quanto riguarda il cibo.

Per le mie figlie era strano mangiare il pollo con il riso e un po’ di frutta insieme. Loro invece quando vedevano la lasagna ti chiedevano se si mangiava solo quello. Sono cose che ci facevano ridere. A livello di salute, ci siamo sempre consigliate. Sono tutte cose che abbiamo condiviso ed è molto bello questo scambio perché ti puoi confrontare e, magari, aiutare. 

Per concludere, quale sarebbe il consiglio più importante che tu daresti ad una mamma straniera che decide di venire a vivere in Italia?

Come prima cosa, i documenti sono importantissimi perché i documenti ti portano dappertutto.

Senza i documenti, tuoi e dei tuoi bambini, purtroppo non hai accesso a tantissime cose, soprattutto a quello che dicevo prima a livello sanitario e a livello economico.

Quindi, la prima cosa che mi viene da dire è controllare assolutamente di avere tutti i documenti in regola, di avere tutti i documenti del bambino e di provvedere subito a fare tutti i vaccini che servono per stare in Italia perché se non hai fatto i vaccini il bambino non può stare a scuola.

Questa è una cosa molto importante da sapere. Bisogna informarsi se devi farlo prima di venire in Italia o se farlo immediatamente all’arrivo. 

Partire anche con qualche conoscenza, magari cercando su Internet, di qualche struttura da poter chiamare.

 

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