La musica è un mezzo meraviglioso per capire un Paese perché riflette i sentimenti della gente in un determinato periodo di tempo. Un po’ come un termometro per misurare la febbre, così la musica e le canzoni misurano le paure, i sogni, i successi e le aspirazioni di intere generazioni.
Per capire l’Italia mi è stato molto utile conoscere la storia musicale del Paese, non limitarmi ad ascoltare le canzoni del momento ma ascoltare – e soprattutto leggere – i testi di alcune tra le canzoni più famose degli ultimi 70 anni (un ringraziamento ai miei suoceri italiani).
Seguitemi in questo breve e personalissimo viaggio nella canzone italiana che ci accompagnerà dalla fine della Seconda Guerra Mondiale a oggi. Buona lettura e buon ascolto!
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ANNI 50
Il primo decennio post-Seconda Guerra Mondiale. Sono gli anni della fatica per la ricostruzione, gli anni della ripresa dell’emigrazione, ma anche gli anni della libertà democratica e dei sogni che ti spingono a volare.
Nel blu dipinto di blu (Volare), Domenico Modugno (1958)
Penso che un sogno così non ritorni mai più
Mi dipingevo le mani e la faccia di blu
Poi d’improvviso venivo dal vento rapito
E incominciavo a volare nel cielo infinito
Volare, oh, oh
Cantare, oh, oh, oh, oh
Nel blu, dipinto di blu
Felice di stare lassù
Mamma, Claudio Villa (1958)
Mamma son tanto felice perché ritorno da te
la mia canzone ti dice che è il più bel giorno per me
mamma son tanto felice viver lontano perché
mamma solo per te la mia canzone vola mamma sarai con me tu non sarai più sola
quanto ti voglio bene queste parole d’amore che ti sospirano il mio cuore forse non s’usano più
ANNI 60
Il “sogno americano” conquista anche l’Italia. Molti italiani con cui ho parlato, definiscono questi come gli anni del “boom” economico, demografico, industriale: l’Italia inizia il suo rapido cammino verso l’industrializzazione, la crescita dei consumi e l’espansione della classe media.
Sognando la California, Dik Dik (1966)
Cielo grigio su cielo grigio su
foglie gialle giù foglie gialle giù
cerco un po’ di blu cerco un po’ di blu
dove il blu non c’è dove il blu non c’è
Sento solo freddo tanto freddo sai
fuori e dentro me fuori e dentro me
ti sogno California sogno California
e un giorno io verrò.
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Cuore matto, Little Tony (1967)
Il cuore matto, matto da legare
Che crede ancora che tu pensi a me
Non è convinto che sei andata via
Che mi hai lasciato e non ritornerai
Dimmi la verità, la verità
E forse capirà, capirà
Perché la verità tu non l’hai detta mai
ANNI 70
Un decennio nel quale lo sforzo politico è protagonista, nel bene e nel male. Ci sono le battaglie per i diritti civili ma c’è anche il dramma del terrorismo interno che in Italia raggiunge il limite con l’uccisione nel 1978 dell’ex Primo Ministro, Aldo Moro. Continua la trasformazione della società, raccontata in maniera magistrale da veri poeti della musica.
E penso a te, Lucio Battisti (1970)
Io lavoro e penso a te
Torno a casa e penso a te
Le telefono e intanto penso a te
Come stai e penso a te
Dove andiamo e penso a te
Le sorrido abbasso gli occhi e penso a te
Non so con chi adesso sei
Non so che cosa fai
Ma so di certo a cosa stai pensando
Piazza Grande, Lucio Dalla (1972)
A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io
A modo mio avrei bisogno di sognare anch’io
Una famiglia vera e propria non ce l’ho
E la mia casa è Piazza Grande
A chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho
Con me di donne generose non ce n’è
Rubo l’amore in Piazza Grande
E meno male che briganti come me qui non ce n’è
ANNI 80
L’Italia è una potenza industriale, diventa campione della moda e del design. Il Made in Italy conquista i mercati internazionali. In questi anni “allegri e depressi di follia e lucidità”, come dice RAF (vedi sotto) gli italiani guardano con ottimismo al futuro cercando la loro “terra promessa”, come dice Ramazzotti (vedi sotto).
Terra Promessa, Eros Ramazzotti (1984)
Siamo ragazzi di oggi
Zingari di professione
Con i giorni davanti
E in mente un’illusione
Noi siamo fatti così
Guardiamo sempre al futuro
E così immaginiamo
Un mondo meno duro
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Cosa resterà di questi anni 80, RAF (1988)
Anni rampanti dei miti sorridenti da wind-surf
sono già diventati graffiti ed ognuno pensa a sé
forse domani a quest´ora non sarò esistito mai
e i sentimenti che senti tu se ne andranno come spray.
Anni veri di pubblicità, ma che cosa resterà
anni allegri e depressi di follia e lucidità
sembran già degli Anni Ottanta
per noi quasi ottanta anni fa
ANNI 90
Dopo un decennio di sviluppo economico e sociale, il Paese viene sconvolto sia da eventi esterni (la caduta del Muro di Berlino, il collasso dell’URSS, la nascita dell’Unione Europea), sia da eventi interni, soprattutto uno scandalo di corruzione politica senza precedenti (Mani Pulite) e le stragi mafiose che uccidono i giudici Falcone e Borsellino.
Dimmi il nome, Litfiba (1993)
Voglio il nome, voglio il nome
Il ladro, dimmi chi è
Non so niente, non so dove,
Non so dire chi è
E’ un parassita un parassita
Il ladro dimmi dov’è
Mezzogiorno canta il violino
Qui si chiama fatalità
Combatti il terrore, prova a dargli faccia e nome
Terremoto di fiori e sangue
Non è la fame ma l’ignoranza che uccide!
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La mia storia tra le dita, Gianluca Grignani (1995)
E c’è una cosa che io non ti ho detto mai
I miei problemi senza te
Si chiaman guai
Ed per questo che mi vedi fare il duro
In mezzo al mondo
Per sentirmi più sicuro
E se davvero non vuoi dirmi che ho sbagliato
Ricorda a volte un uomo
Va anche perdonato
E invece tu
Tu non mi lasci via d’uscita
E te ne vai con la mia storia fra le dita
ANNI 2000-2010
In questi anni l’Italia vive un lento declino (l’ex Direttore del The Economist la definirà una “ragazza in coma”), molto particolare: tanto è forte e potente la crescita delle imprese che esportano nei mercati internazionali, tanto è debole la crescita interna, soprattutto nel Sud del Paese. Un Paese che si scopre fragile e colpito da problemi sempre più complessi ai quali la classe politica non riesce a dare risposte.
In Italia, Fabri Fibra (2008)
Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Nato e morto qua
Nato nel paese delle mezze verità
Dove fuggi? In Italia
Pistole e macchine, in Italia
Machiavelli e Foscolo, in Italia
I campioni del mondo sono, in Italia
Benvenuto in Italia
Fatti una vacanza al mare, in Italia
Meglio non farsi operare, in Italia
E non andare all’ospedale, in Italia
La bella vita, in Italia
Le grandi serate e i gala, in Italia
Fai affari con la mala, in Italia
Il vicino che ti spara, in Italia
Pensa, Fabrizio Moro (2008)
Ci sono stati uomini che passo dopo passo
Hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno
Con dedizione contro un’istituzione organizzata
Cosa Nostra, cosa vostra, cos’è vostro?
È nostra, la libertà di dire
Che gli occhi sono fatti per guardare
La bocca per parlare, le orecchie ascoltano
Non solo musica, non solo musica
La testa si gira e aggiusta la mira, ragiona
A volte condanna, a volte perdona
Semplicemente
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire e di giudicare, prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto, un attimo di più
Con la testa fra le mani
ANNI 2010-2020
È il decennio che conosco più da vicino perché sono gli anni nei quali ho iniziato a viaggiare più spesso in Italia, per poi trasferirmi definitivamente nel 2015. A questi anni associo sicuramente un tema che penso continuerà ad essere la questione fondamentale per l’Italia negli anni a venire: la gestione dell’immigrazione e l’integrazione degli immigrati.
Musica, Jovanotti
E poi c’è questa cosa che mi carica. Si chiama musica, musica
E poi c’è questo cosa che mi carica e viene dall’Africa, Africa
Tutte le città dove non sei
Tutti i fatti che sono miei ma mi interessano lo stesso
Tutte le parole che significano cose nelle lingue che non ho parlato mai
Tutte le mattine che mi sveglio con quell’odore addosso
Di incubi di un mondo che non gira
Tutte le periferie in rivolta in cerca di una svolta profumi che si mischiano nell’aria
Poi c’è questa cosa che mi carica. Si chiama musica
E poi c’è questo cosa che mi carica e viene dall’Africa, Africa
Soldi, Mahmoud (2019)
È difficile stare al mondo
Quando perdi l’orgoglio
Ho capito in un secondo che tu da me
Volevi solo soldi
Come se avessi avuto soldi, soldi
Prima mi parlavi fino a tardi, tardi
Mi chiedevi come va, come va, come va
Adesso come va, come va, come va
Waladi waladi habibi tahala hina
Mi dicevi giocando giocando con aria fiera
Waladi waladi habibi sembrava vera
La voglia, la voglia di tornare come prima