Come funziona la raccolta differenziata in Italia? Esistono delle regole specifiche per fare una corretta raccolta differenziata in Italia? Scopriamolo attraverso la testimonianza di Angélica.

La prima volta che ho sentito parlare di raccolta differenziata ero giovanissima, avevo capito che si trattava di una cosa che facevano i “Paesi sviluppati” e che era un qualcosa di molto positivo.

Avevo più o meno un’idea di che cos’era il riciclaggio, ma non sapevo nulla nello specifico perché a casa mia non si faceva.La prima volta che l’ho vissuto veramente è stato in Italia. Era l’anno 2006, il mio primo viaggio all’estero, avevo 19 anni e non parlavo niente d’italiano, se non qualche “Ciao”.

Perugia è stata il mio primo incontro con l’Italia e con la sua lingua. È una città medievale bellissima, ma qualcosa mi è sembrato strano fin dall’inizio: le strade con i sacchetti di spazzatura colorati e i cartelli dietro le porte delle residenze con le foto dei bidoni, dei sacchetti e dell’immondizia, separati da quadretti di colori diversi e con dei giorni specifici per ognuno di loro.

Non rispettare la raccolta differenziata in Italia, costa caro

E poi la parola MULTA. “Se non fai la raccolta differenziata nel modo giusto paghi una multa”, è stata una delle prime cose che mi hanno spiegato i responsabili della struttura in cui ero ospitata. All’inizio l’ho percepito come una specie di “terrorismo ecologico”! Eh sì, la “multa” quella parola l’ho capita subito. Dovevo però capire che cos’era nello specifico la raccolta differenziata in Italia per non dover pagare dei soldini in più. Un altro motivo per imparare bene l’italiano.

Ma io non ero l’unica nel panico. Questa è una delle prime cose che sorprende molti stranieri e che si deve imparare appena si mette piede in Italia. Con gli anni ho scoperto che la raccolta differenziata in Italia varia molto da una città all’altra, da una regione all’altra. C’è la raccolta porta a porta, ci sono le isole ecologiche, ma anche il livello di organizzazione è molto diverso da un luogo all’altro. Insomma un vero casino!

Ma innanzitutto, cos’è la raccolta differenziata?

È semplicemente saper riciclare. Nello specifico si tratta della separazione dei rifiuti in diversi gruppi: carta, plastica, vetro, lattine, organico, e indifferenziato. Questa è la spazzatura che si produce in casa, a scuola, negli uffici, nei negozi, nelle industrie e che si deve depositare negli appositi contenitori (sacchi, bidoni, cassonetti e campane), o portare nelle isole ecologiche* perché possano venire recuperati e riciclati. Praticamente è l’operazione che permette di separare i rifiuti suddividendo quelli da smaltire da quelli che si possono recuperare, riciclare o reimpiegare.

Perché si fa?

Per evitare sprechi e salvaguardare l’ambiente.

Fare la raccolta differenziata significa ridurre notevolmente la massa dei rifiuti da smaltire e frenare lo sfruttamento di preziose risorse naturali. Riusare e riutilizzare i rifiuti contribuisce a restituirci e conservare un ambiente naturale più ricco.

La raccolta differenziata è un grande risparmio di energia.

Gettare via qualcosa significa, infatti, gettar via anche l’energia consumata per produrla. Inoltre, produrre oggetti con materiali di recupero richiede meno energia che produrli utilizzando materie prime.

E perché la multa?

Lo Stato ha deciso di fare pagare una multa alle persone che non fanno bene la raccolta differenziata per sensibilizzarle e incentivarle a rispettare l’ambiente. Dipende dal comune, ma in generale i trasgressori possono essere puniti con sanzioni fino a 500 €!

Differenze fra Nord e Sud

Come vi dicevo prima, la questione cambia nei dettagli a seconda della regione e addirittura del comune. Alcuni sono più organizzati degli altri. Ho visto che a Perugia il comune ti regala i sacchetti colorati per separare l’immondizia, ma in altre città questi sacchetti te li devi procurare.

Se parliamo di dati più seri, secondo l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica), la raccolta differenziata è più diffusa nel Nord.

Le regioni che mostrano le percentuali più basse sia di rifiuti urbani differenziati, sia di famiglie che dichiarano di differenziarli sono quelle del Sud Italia. Questa differenza potrebbe essere originata dalle marcate differenze geografiche, prodotto di un’evoluzione storica non omogenea. Tale distanza si è tuttavia ridotta nel tempo. 

La mia personale esperienza con la raccolta differenziata in Italia

Dalla mia esperienza ho capito che esistono dei paradossi: alcune città del Nord, come per esempio Milano, sono evolute su questo tema, quindi io mi aspettavo di trovare un certo livello di organizzazione e invece ho scoperto che se vuoi fare il bravo cittadino, devi ricercare tu stesso i posti dove buttare quello che non riesci a smaltire a casa, come per esempio, l’olio. Ho letto che l’olio inquina molto l’acqua, quindi non volevo gettarlo nel lavandino, ma in un apposito contenitore.

Parlando con i miei vicini, ho scoperto che il mio edificio non è attrezzato per questo tipo di rifiuto e quindi ho dovuto cercare in Internet dove poter gettare l’olio usato. A Perugia, invece, i grandi e verdi bidoni speciali per raccogliere l’olio ti aspettavano sempre in qualunque stradina della città.

Oggi a casa mia funziona così:

Qui a Milano, nell’edificio dove abito ogni persona divide i propri rifiuti e li porta in un deposito. Poi le persone responsabili del condominio portano in strada questi bidoni, nel giorno previsto per la raccolta di un tipo specifico di rifiuto. È per questo che, quando si vive negli edifici, soprattutto nelle grandi città, si deve pagare un valore mensile per le spese condominiali.

Quando invece vado a trovare la famiglia che vive in un paesino in provincia di Padova, sono io stessa a portare la spazzatura fuori casa, secondo istruzioni ben precise. Ogni anno il comune regala ai residenti un calendario con le istruzioni su come fare la raccolta differenziata e i giorni corrispondenti alla raccolta di ogni singolo rifiuto.

Alla fine ho capito che il concetto generale è sempre lo stesso: separare bene e inquinare il meno possibile, anche se ogni comune ha un proprio sistema. Sono contentissima di vivere in questo “terrorismo ecologico” perché è un “terrorismo” molto positivo per il pianeta, per il Paese, per tutti noi!  Basta saper fare bene le cose per risparmiare 500 euro e non entrare nella lista dei cittadini indisciplinati che prendono le multe.

Quindi, come si fa questa raccolta differenziata in Italia? 

Ecco a voi un piccolo riassunto di come si deve fare. Può cambiare leggermente da regione a regione, ma in generale è così:

PDF

* Un’isola ecologica può essere chiamata anche centro di raccoltaecocentroecostazione o ricicleria (a seconda dei comuni): è il luogo specifico dove si può fare la raccolta differenziata, nel caso in cui tu non lo possa fare direttamente a casa. Si possono portare anche i rifiuti ingombranti, i rifiuti speciali o pericolosi come l’olio, le pile, gli elettrodomestici, mobili, ecc.

Testo di Angélica M. Velazco J.

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